Assedio di Ancona 1799
Storia & Cultura Locale

Assedio di Ancona 1799

Ott 16, 2024

Ci troviamo nel periodo delle guerre napoleoniche, più precisamente al termine della prima
campagna d’Italia. In seguito alla vittoria dell’Armata d’Italia (guidata da Napoleone) contro le forze
pontificie, a Faenza il 2 febbraio 1797, lo Stato della Chiesa fu costretto ad una pace umiliante.
Con il trattato di Tolentino del 19 febbraio del 1797 il Papa fu forzato ad accettare delle condizioni
alquanto scomode tra cui la cessione della Romagna e delle Marche, che vengono occupate dalle

forze Napoleoniche immediatamente dopo il trattato. Specialmente la città di Ancona viene vista
come un porto strategico fondamentale per riuscire ad acquisire influenza sul Mar Adriatico e
Mediterraneo, indebolendo i nemici della Repubblica Francese. Lo stesso Napoleone evidenzierà
l’importanza del controllo francese del porto.
Viste le mire espansionistiche francesi, che avevano travolto il continente, nel 1798 i più importanti
stati europei si riunirono in una alleanza militare, chiamata la Seconda Coalizione (erede della
prima coalizione sconfitta dai francesi).
Questa alleanza militare era composta principalmente da: Sacro Romano Impero, Regno Unito,
Austria, Impero Russo e Impero Ottomano. Lo scopo di questa coalizione era strappare le
conquiste francesi, specialmente in Italia e Germania, conseguirono vari scontri tra le forze della
Repubblica Francese e le potenze alleate, questi scontri non risparmiarono neanche le Marche, il
quale avvenimento più caratteristico è l’assedio di Ancona.
L’assedio inizio il 14 ottobre del 1799 e fini il 13 novembre del medesimo anno. I due schieramenti
che si affrontarono erano composti da una parte, dalle forze militari dalla Prima Repubblica
francese, comandate da Jean-Charles Monnier e da quelle della Repubblica Cisalpina (stato
fantoccio della Francia) comandate da Giuseppe Pino, mentre l’altro schieramento vedeva le forze
della coalizione, composte da: l’Impero Russo, l’Impero Ottomano e l’Impero Austriaco.
I tre imperi riconoscevano l’importanza del porto d’Ancona per le forze napoleoniche, quindi
provarono ad attaccare città sia via terra che via mare. I soldati francesi e cisalpini presenti a
difesa potevano affidarsi a linee di trincea esterne alla città e qualche decina di cannoni, ma vista
la posizione strategica d’Ancona questo bastava per porre una tenace resistenza.
I primi scontri iniziarono via mare, con il tentato sbarco delle forze russe e turche, sbarco che fu
respinto facilmente dall’artiglieria francese dati gli evidenti problemi di organizzazione delle due
flotte imperiali. Visto l’insuccesso navale, le truppe austriache via terra cercarono di mettere
pressione ai francesi, anche se quest’ultimi mantennero le posizioni nella città.
Ci furono vari sconti violenti durante l’assedio, fino a quando le truppe francesi e cisalpine
trattarono la resa con gli austriaci, la città fu finalmente “liberata” dalla coalizione il 14 novembre 1799.Anche se 2 anni dopo l’assedio del 1799 Ancona venne riconquistata nuovamente dalle
truppe napoleoniche durante la seconda campagna d’Italia, e rimase sotto la sua influenza fino al
1815.
In questo articolo siamo anche riusciti ad approfondire il contesto sociale di Ancona nel 1799
grazie al professor. Roberto Giulianelli (professore di storia economica all’università di Ancona),
che abbiamo avuto l’onore di intervistare.
«L’arrivo dei francesi ad Ancona fu visto come un evento positivo, una speranza tangibile di
uguaglianza e libertà, un’opportunità molto importante per la società anconetana, soprattutto per i
borghesi (principalmente armatori e commercianti), che desideravano un maggiore peso sociale
(dato che nel 1799 le classi dirigenti della regione erano ancora le aristocrazie nobili e il clero) ma
anche per la popolazione agricola dell’entroterra, che sperava in una riforma agraria che avrebbe
messo fine all’oligarchia dei latifondisti nella regione. Anche gli ebrei (già da allora moto presenti
nella città) accolgono con piacere la notizia, con l’arrivo dei francesi speravano in una integrazione
completa nella comunità, senza più persecuzioni e discriminazione a loro discapito.
Ovviamente l’occupazione di Ancona non fu un evento privo di scopo, infatti il porto della città
veniva visto dallo stesso Napoleone come un punto strategico, la “porta d’oriente” verso i Balcani e
L’impero Ottomano e appoggio fondamentale per il controllo del sud Italia. Un altro punto a favore
che possedeva Ancona era una libera franchigia (assenza di dazi delle merci in transito nel porto)
istituita precedentemente del 1799, ma sicuramente è un aspetto meno allettante del precedente.
Come noto anche la seconda coalizione riconosceva il porto anconetano come base strategica,
quindi si adopero con forze per scacciare i francesi dalla città. In effetti le cronache locali
testimoniavano degli scontri abbastanza cruenti tra le due parti, ma se confrontiamo la violenza, il
numero di vittime e la potenza distruttiva del conflitto con altre battaglie di quel periodo
riscontriamo che l’assedio sia stato un conflitto di grandezza medio/piccola. Probabilmente la le
testimonianze del 1799 lo definiscono uno scontro molto pesante dato che la modernizzazione ha
portato all’utilizzo di armi sempre più potenti (specialmente se parliamo di cannoni), le quali
potrebbero aver “impressionato” la popolazione locale. Le testimonianze di allora potrebbero aver facilmente gonfiato le stime della grandezza dello scontro dato che non avevano mai assistito ad
una guerra moderna.
Doveroso è trattare anche il contesto sociale dopo il ritiro dei francesi dalla città di Ancona. La
società, come da sempre, non è una realtà unica e possiede varie sfumature di pensiero, ma è
facile ipotizzare che negli ultimi mesi della permanenza bonapartista la popolazione trattasse con
più freddezza i francesi, dato che tutte le novità sperate non furono realizzate, sostanzialmente
poco cambia a livello sociale tra il 1797 e 1799. Sicuramente una parte di popolazione ha una idea
sui francesi moto più tiepida rispetto all’inizio dell’occupazione. L’arrivo degli austriaci si viene
celebrato, ma probabilmente la celebrazione è dovuta alla fine dello scontro, gli austriaci non
venivano sicuramente concepiti come dei liberatori.
Bisogna ricordare che anche se ad Ancona la situazione rimane quasi invariata sulla pratica, molti
dei principi della rivoluzione francese influenzarono L’Italia intera e furono ripresi dopo l’unità
d’Italia.»

Fabio Pittori e Matteo Bellucci

Bibliografia:
Wikipedia
La Nuova Fazenda
Pasta di Camerino (storie di Pasta)
Innaturale
Corriere proposte
Destinazione marche
Istituto del nastro azzurro
WHY Marche
Un particolare ringraziamento al Professor. Roberto Giulinaelli

Immagini Presenti, fonte wikipedia, in particolare:

Bombardamento turco-russo su Ancona : issu de la bibliothèque municipale de Reims. livre “la France militaire histoire des armées françaises…”;

Lazzaretto di Ancona: WikiWand, Prospetto del lazzeretto d’Ancona (incisione di Giuseppe Vasi – 1739)

Monte Cardeto: Enrico Matteucci – Flickr: E’ questo il cardeto?

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